Alberto Scibona

Milano (ITALY)


Come dici…? Cosa rappresenta per me la fotografia…? Mah…cosa vuoi che ti risponda? Rappresenta il mio modo di raccontare questo pazzo mondo. O di raccontare me stesso con il linguaggio che mi è più congeniale. O, forse, rappresenta l’irrefrenabile voglia di regalare un sorriso. Agli altri e anche a me. Cercando di evitare la banalità, la volgarità, lo scontato, la monotonia. A chi mi ispiro? Sempre le solite domande, voi intervistatori! Ai grandi imprescindibili Maestri: Bresson ed Erwitt in primis. Ma anche a sconosciuti fotografi come mio padre e mio nonno che, per una foto o per una battuta, si sarebbero fatti ammazzare. E poi ad illustratori come Rockwell, a registi come Leone, a vecchi sceneggiati televisivi in bianco e nero , a cose che mi sono passate davanti agli occhi e che hanno lasciato un ricordo, più o meno cosciente. Ogni scatto dovrebbe avere tre punti di forza: idea, composizione ed eleganza. Ma la regola che, in assoluto, osservo di più l’ha scritta uno che fotografo non era, anche se ha fotografato magistralmente la nostra società. Un certo Eduardo: “Cerca la vita e troverai la forma. Cerca la forma e troverai la morte”. E adesso, scusami, devo proprio andare… ho lasciato il sugo sul gas. L’unica cosa, forse, che metto a fuoco lentamente.

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